Mobland: Il Crime Drama di Guy Ritchie con un ingrediente in meno – recensione

Tra Genialità e Déjà Vu

Guy Ritchie torna nelle vesti di produttore esecutivo con Mobland, e diciamolo subito: se ami il suo stile, questa serie sarà come una rimpatriata con vecchi amici ma senza però quell’ironia che contraddistingue i film di Ritchie.

Il mondo della famiglia Harrigan è costruito bene, con il solito mix di tradimenti, faide e giochi di potere che ti tengono incollato allo schermo. Il problema? Se hai visto The Gentlemen o The Snatch, tutto potrebbe sembrare fin troppo familiare, ma a volte si prende troppo sul serio. La narrazione è avvincente, ma ci sono momenti in cui sembra che Guy Ritchie stia suonando lo stesso spartito senza divertirsi.

Il Cast: Il Vero Punto di Forza

Tom Hardy è perfetto nel ruolo del fixer taciturno e brutale. Helen Mirren, con il suo carisma glaciale, è una matriarca criminale da manuale (e ci sta davvero tanto antipatica!). Pierce Brosnan fa il suo dovere, ma il suo personaggio sembra un po’ troppo scolastico rispetto alle figure più eccentriche che Ritchie ci ha regalato in passato. Insomma, gli attori reggono la baracca e salvano la serie nei momenti meno brillanti.

Azione e Stile: Un copione splendido ma un po’ lento

Sono scomparsi i movimenti di camera frenetici, i montaggi veloci, le scene di combattimento ben coreografate… tutto comunque resta impeccabile dal punto di vista tecnico. Ma qui arriva il punto: se ami Guy Ritchie, amerai sicuramente Mobland, ma non aspettarti qualcosa di veramente innovativo. È una comfort zone ben fatta, con il solito umorismo nero e i classici criminali che parlano come poeti maledetti.

Il Verdetto: Guardarlo o Passare?

Se cerchi un crime drama fresco e rivoluzionario, forse Mobland non è la risposta giusta. Ma se hai voglia di un intrattenimento solido, con personaggi affascinanti e l’impronta inconfondibile di Ritchie, allora è un ottimo modo per passare le serate!